I saliscendi di San Francisco che ricalcano il percorso di ogni startup

I saliscendi di San Francisco che ricalcano il percorso di ogni startup

News09/05/2016

Luca Spaggiari di Bikee Bike racconta il suo primo giorno nel cuore dell’innovazione mondiale, la Silicon Valley grazie a #AsterinUsa

 

Quando sono partito, pensavo di andare a vedere le auto volanti, ma in realtà mi sono ritrovato negli anni ’80. Questa è stata la mia prima volta in assoluto in USA, mentre ho girato molto in Asia e Oceania.

Già il volo è stato surreale: la compagnia che avevo scelto era l’American Airlines, per iniziare con un simbolo Americano, la mia avventura negli States.
L’aereo per la tratta intercontinentale non aveva neanche uno schermo. Erano tutti semplici sedili, come non ne vedevo da anni, inclusa la business class.

 

Ho pensato subito che sarebbe stato un viaggio molto interessante, e che dovevo aspettarmi altre sorprese.
Il primo approccio è stato New York, dove sono transitato dal famoso JFK. Mi aspettavo una struttura imponente. Mi ero scordato di dimenticarmi ogni aspettativa in questo viaggio.

Foto colline S. FranciscoInfine sono arrivato a San Francisco, in quella che chiamerò casa per una decina di giorni. Il posto è arroccato sulle colline della Silicon Valley, di sera non esiste la minima illuminazione stradale.
A dire il vero non esiste nemmeno la più flebile fonte di luce.
Anche se è tardi, al mio arrivo voglio fare due passi per respirare l’aria californiana.

I passi che faccio sono stati in realtà tre, dopo i quali mi ritrovo immerso in un buio così profondo, da ricordarmi l’outback australiano.
Sono al buio, in un bosco e i rumori mi fanno ricordare l’avvertimento ricevuto prima di uscire da casa: “Attento perché sono stati avvistati dei coyote”.
Decido che tre passi siano sufficienti e rientro in casa.

Oggi mi sono lanciato alla scoperta di San Francisco. Città bellissima, piena di saliscendi vertiginosi, che ironicamente ricalcano quelli che sono le sensazioni dello startupper medio durante il suo percorso di crescita.

Non credo sia una casualità che sia stata scelta come il centro di questo mondo.
Anche il primo giorno, in cui non ci sono state lezioni, ho la sensazione che il mio training sia iniziato.

Ho già comincio a smussare il mio “elevator pitch” che qui non è un’invenzione per startupper, ma un vero è proprio stile di vita, perché un sorriso e un “So… what do you do” in America non lo si nega a nessuno.

L’Elevator pitch non è altro che la risposta più efficiente e breve a questa domanda che già al primo giorno mi hanno rivolto una decina di persone, ovviamente sconosciute, in cui mi sono imbattuto durante il mio giro a San Francisco.