La ricerca di successo è giovane e donna

La ricerca di successo è giovane e donna

News17/04/2018

Lucia Mascotelli e Arianna Mancuso sono le due giovani ricercatrici emiliano-romagnole che hanno conseguito rispettivamente il premio Amelia Earhart e un contributo (Early career grant) del National Geographic

Lucia Mascotelli, ricercatrice del laboratorio UNIBO "Ciclope” con sede a Predappio, è risultata vincitrice del premio Amelia Earhart della Zonta International.

Il premio, intitolato alla famosa aviatrice americana scomparsa all’età di 40 anni presso l’isola di Howland nel tentativo di circumnavigare il globo da oriente ad occidente, viene concesso a giovanissime studentesse di dottorato che si distinguono nel campo dell’ingegneria o delle scienze aerospaziali. Il prestigioso riconoscimento è accompagnato da un assegno di 10mila dollari.

Mascotelli, nata e residente a Forlì, ha vinto il premio per le sue ricerche sperimentali nel campo della turbolenza di parete ad alto numero di Reynolds. Laureata all’Università di Bologna e con un Master al Politecnico di Milano, frequenta il secondo anno del corso di Dottorato in Meccanica e Scienze Avanzate dell’Ingegneria dell’Università di Bologna.

Nel tempo libero collabora con l’associazione Women in Engineering al fine di promuovere la partecipazione delle donne agli studi e alle attività nei vari settori dell’Ingegneria

Arianna Mancuso, giovane assegnista di ricerca e dottoranda dell’UNIBO, lavora nel laboratorio di biologia marina dell’Alma Mater con sede a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino. Ha ricevuto un finanziamento di 5.000 dollari per studiare gli effetti del riscaldamento globale sulla vita marina.
Il contributo («Early career grant») viene dal National Geographic ed è stato vinto da Arianna grazie al suo progetto, «Shell warm». Al centro dei suoi studi c’è l’impatto che l’aumento delle temperature e la conseguente acidificazione dei mari può avere sugli organismi marini del Mediterraneo.

“Il riscaldamento globale rappresenta una seria minaccia per la biodiversità degli ecosistemi marini - spiega la ricercatrice - l’aumento delle temperature causa cambiamenti nella chimica delle acque, con conseguenze sulla distribuzione, sull’abbondanza e sullo sviluppo di diverse specie”. Tra queste, i molluschi sono molto vulnerabili perché il cambiamento climatico potrebbe avere effetti negativi sul processo di formazione delle loro conchiglie.

“Il progetto si svolgerà in un vero proprio laboratorio naturale - spiega ancora Mancuso - il cratere sottomarino di Panarea, dal quale fuoriescono emissioni di anidride carbonica che acidificano l’acqua circostante, consentendo di osservare oggi quello che potrebbe accadere nei mari del futuro”. I ricercatori dell’Alma Mater trapianteranno i molluschi nell’area del cratere sottomarino, per osservare come reagiscono all’aumento di acidificazione e di temperatura del mare.

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