Politica di coesione: più flessibilità, meno burocrazia e maggiori sinergie con il piano Juncker
La Commissione si rallegra per il voto favorevole di ieri del Parlamento europeo sulla propria proposta di rivedere le norme sui fondi UE per il periodo 2014-2020, che mira a dimezzare il corpus di norme attuale, oltre che a renderlo più chiaro e più semplice da applicare a tutti i livelli.
Ecco cosa cambierà con l’entrata in vigore delle nuove norme a fine luglio:
1. maggiori possibilità di combinazione tra il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il fulcro del piano Juncker, e i fondi della politica di coesione: non servirà più un cofinanziamento nazionale se i fondi della politica di coesione vengono investiti in un progetto FEIS e ci sarà la possibilità di coprire con questo fondo la prima tranche di rischio;
2. meno formalità per i beneficiari dei fondi: sarà più semplice farsi rimborsare le spese dall’UE. I beneficiari e le autorità potranno così concentrarsi sui risultati piuttosto che sulla raccolta e sul controllo dei documenti finanziari. Il principio dell’audit unico viene esteso: la Commissione potrà dunque basarsi maggiormente sulle valutazioni dei suoi partner internazionali e degli Stati membri.
Infine, le norme rivedute rendono più facile per gli Stati membri finanziare progetti volti a integrare i migranti tramite il proprio bilancio per la coesione per il periodo 2014-2020.