Supercomputer: con "Marconi" l'italia vince in Europa

Supercomputer: con "Marconi" l'italia vince in Europa

News07/12/2016

Nel corso dell’evento internazionale Supercomputing 2016, che si è svolto a Salt Lake City, negli Stati Uniti, dal 13 al 18 novembre, è stata presentata la lista Top 500 dei supercomputer più potenti al mondo.

Il supercomputer del Cineca si è classificato al dodicesimo posto della classifica mondiale e al primo posto nell’Unione Europea per quanto riguarda i sistemi di calcolo dedicati alla ricerca scientifica.

Con l'aggiornamento di MARCONI, l’Italia si è collocata al sesto posto, dopo Cina, Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna e Francia, in termini di potenza di supercalcolo disponibile a livello nazionale e al primo posto nell’Unione Europea

L’installazione di MARCONI rientra in un complesso piano deliberato dagli organi di governo del Cineca per lo sviluppo dell’infrastruttura Italiana per il calcolo scientifico a supporto della ricerca, che porterà la potenza di calcolo fino ai 50/60 Pflop/s entro l’anno 2020.

Il nuovo sistema di calcolo è a disposizione del sistema accademico nazionale, del mondo della ricerca, dell’ecosistema europeo per il calcolo ad alte prestazioni, e anche della comunità scientifica internazionale attraverso Eurofusion, il Consorzio Europeo per lo Sviluppo dell’Energia da Fusione Nucleare.

Cineca è il Consorzio Interuniversitario di calcolo. Fondato nel 1969 senza scopo di lucro, è costituito da 70 Università italiane, 6 Enti di Ricerca e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

“Questo risultato, che porta l’Italia ai vertici della classifica mondiale, è particolarmente importante per il contesto europeo – dichiara Sanzio Bassini, direttore del dipartimento Supercalcolo Applicazioni e Innovazione del Cineca. Nell’ambito dei sistemi di supercalcolo per la ricerca scientifica, infatti, MARCONI è al primo posto in nell’Unione Europea, e quindi contribuisce con un ruolo di primissimo piano all’attuazione di un ecosistema europeo della ricerca che si possa confrontare con superpotenze come Usa e Cina”.

Fonte: 
ResearchItaly