5 errori da evitare nell’avvio di una startup

5 errori da evitare nell’avvio di una startup

News14/09/2016

Idea, scenario, competitors, team, business model… tutte le parole e i temi chiave nel futuro di una startup di scena questa settimana alla TechWeek della StartCup Emilia Romagna. Fino al 16 settembre i 20 team rimasti in gara tornano sui banchi di scuola per dedicarsi al perfezionamento dell’idea di impresa e del business plan. Passi necessari se si vuole resistere alle dure leggi del mercato. Perché dall’European startup monitor sembra che le startup europee puntino più a sopravvivere che a scalare. E se le 2365 startup analizzate nei 28 mercati europei hanno in media 2 anni e mezzo, l’Italia con 1,7 è seconda solo alla Romania.

A seguire sin dallo scouting tour le startup candidate alla StartCup Emilia Romagna è Niccolò Sanarico, dealflow manager & CTO dPixel. Da lui arrivano cinque preziosi consigli sugli errori assolutamente da evitare nell’avvio di una startup.

 

1. Costruire il team sbagliato.

Sembra banale, ma uno dei principali motivi per cui una startup non riesce a decollare è la formazione di contrasti all’interno del team imprenditoriale. E questo succede di solito esattamente nei momenti di difficoltà, quando occorre coesione e resilienza. Ricercate attentamente il vostro team di fondatori, siate molto cauti a portare a bordo persone con cui non avete esperienza di lavoro o di conoscenza o di cui non avete un buon feedback da persone di cui vi fidate. L’alchimia del team è fondamentale e molto delicata.

 

2. Non cercare feedback esterno

Avviare una startup è un processo complesso e pieno di imprevisti. Per quanto la tentazione di “chiudersi nel garage” e creare un prodotto che cambierà il mondo sia forte, non sprecate occasione di cercare feedback su quello che state facendo. Parlate con amici, clienti, esperti, investitori… cercate persone di cui vi interessa l’opinione.

 

3. Lasciare perdere la pianificazione, perché tanto “il business plan non lo legge nessuno"

È vero: leggere il classico business plan non è necessariamente in cima alle priorità di un investitore o di un business angel. Questo non significa tuttavia che le attività di ricerca e pianificazione necessarie alla redazione di un business plan non servano, anzi. Redigere un business plan richiede ricercare il proprio mercato, pianificare una roadmap di sviluppo, elaborare una strategia di ingresso al mercato, costruire un piano economico, valutare gli investimenti necessari… esattamente tutto quello che serve per approcciare in modo strutturato l’avvio di un’impresa. Come disse Eisenhower, “plans are nothing, planning is everything”.

 

4. Puntare all’ottimo, quando il buono può essere più che sufficiente.

La ricerca della perfezione sembra sia particolarmente sentita dai fondatori tecnici: a volte gli ingegneri vengono colpiti da una sindrome di protezione paterna, e decidono di non rilasciare il proprio prodotto fino a che non “sarà perfetto”. Cioè, potenzialmente mai. Attrezzate i vostri processi di sviluppo e commercializzazione attorno al mantra “always be shipping” (sii sempre pronto a rilasciare il prodotto).

 

5. Sottostimare l’importanza del marketing

Una startup non si ferma quando il prodotto è pronto. L’attività principe, e la più difficile da digerire soprattutto per i team con background tecnico, è quella di ricerca, acquisizione e gestione del clienti. Marketing e vendita, per dirla breve. Ricordate che non basta “mettere il prodotto là fuori ed il mondo lo comprerà”: la vera sfida, e la più eccitante, comincia quando la vostra startup incontra il suo primo cliente.

 

Fonte: 
Start Cup Emilia-Romagna